Nel castello di MelaGodo, nel lontano Regno di Echissene, un
tempo viveva un giovane principe, ricco, crudele e molto annoiato.
Passava le sue giornate a mangiare ogni sorta di prelibatezza
ed a divertirsi con gli spettacoli di giullari ed acrobati.
Ogni mese, nel giorno 27, puntuale come un agente delle tasse,
si divertiva a fare uno scherzo ad un abitante del villaggio, scelto
a caso dalle sue guardie di palazzo. Lo scherzo che lo divertiva
di più era proporre indovinelli impossibili, per risolvere i
quali costringeva i malcapitati a star svegli per notti intere.
Un giorno le guardie del principe portarono a palazzo una donna,
vecchia e brutta, che aveva tutto l'aspetto di una strega.
L'indovinello proposto dal principe era così difficile che la povera
strega rimase sveglia per tre giorni e tre notti senza riuscire
a risolverlo. Per punirla, il principe la rinchiuse nelle prigioni
del castello per 3 lunghi mesi.
Il tempo passava ed ogni giorno la strega aveva una richiesta
diversa da fare alle guardie del principe. Un giorno chiese respiri
di rospo, un altro sorrisi di topo, un altro ancora smorfie di
gatto. La strega preparava in gran segreto una pozione magica
per risolvere l'indovinello.
Un bel giorno la strega annunciò di essere riuscita a trovare la
soluzione. Il principe la convocò nella sala reale e disse:
"Ebbene, hai trovato la soluzione al mio indovinello?"
"Certamente - rispose la strega - però prima di sentire la risposta
il principe dovrà bere questa pozione che ho preparato per
lui. Solo con questa pozione potrà capire la mia risposta".
Il principe era così curioso che acconsentì. Una volta bevuta la
pozione, uno strano sonno lo assalì e, al suo risveglio, disse di
aver sognato la risposta giusta al suo indovinello. Così, ordinò
di liberare la donna.
Purtroppo, da quel giorno, le notti del principe divennero sempre
più agitate: dormiva male e faceva strani incubi. Cominciò a
diventare triste e stanco e neppure i migliori medici del reame,
chiamati a gran consulto, seppero trovare una spiegazione o un
rimedio per questo suo malessere.
Era così triste che neppure gli scherzi che faceva agli abitanti
del villaggio riuscivano più a divertirlo. I suoi sogni erano sempre
più brevi, agitati e spaventosi.
Cominciò a pensare che la causa del suo malessere fosse la pozione
preparata dalla strega. La fece cercare dalle sue guardie
per tutto il villaggio e la portò al castello.
"Che pozione mi hai fatto bere, maledetta strega?" le chiese con
un filo di voce.
"Una pozione speciale, per liberarti dall'incantesimo dovrai risolvere
un indovinello. Quando avrai trovato la soluzione la tua
vita cambierà!"
"Ebbene, dimmi qual è questo indovinello" rispose curioso il
principe.
"Quando apri la porta lo senti battere più forte, cos'è?" disse la
strega e se ne andò.
Per settimane il principe cercò la soluzione all'indovinello, convocò
a gran consulto tutti i sapienti giunti da ogni angolo del
suo regno ma nessuno fu in grado di trovare una soluzione. Tutti
concordavano sul fatto che si apre la porta solo quando si sente
qualcuno battere...e non viceversa!
Un giorno, era l'inizio di primavera, le guardie del castello portarono
al principe un fagotto, dentro un cesto di vimini. Dentro
c'era un neonato che era stato abbandonato la notte davanti al
ponte levatoio del castello.
Il principe lo guardò e lo prese in braccio. All'istante, decise di
tenerlo tutto per sé. Sarebbe stato il figlio del principe!
Il bambino sorrise e, come per incanto, il principe cominciò a
sentire il cuore battere più forte, sempre più forte.
All'improvviso,
la soluzione all'indovinello gli fu chiara:
"Da quando ho aperto la porta del mio cuore a questa nuova
vita, il mio cuore batte più forte!" esclamò il principe.
Da quel giorno il principe guarì e le sue notti furono serene e
popolate da sogni bellissimi. Nel suo giardino spuntò un albero
magico i cui frutti erano dei bellissimi sogni d'oro.
Felice come non lo era mai stato, il principe decise di permettere a tutti gli abitanti del villaggio di entrare nel suo giardino e
cogliere i frutti del magico albero, tutte le volte che ne avessero
avuto bisogno.
Ricordandosi di come ebbero origine tutti i suoi problemi, il
principe decise di abolire la crudele usanza degli indovinelli del
27 del mese e decise che, nello stesso giorno, a tutti gli abitanti
del villaggio fosse donata una grossa moneta d'oro.
Da allora gioia e serenità prosperarono nel suo regno.
E dormirono tutti felici e contenti.
[Tratto dal libro Come un arcobaleno di sogni nella notte di Lucio Cadeddu]